Lo stadio Diego Armando Maradona di Fuorigrotta riaccoglie il suo pubblico per la prima volta dopo il periodo pandemico e dopo la doverosa nuova intestazione al campionissimo argentino, scomparso prematuramente il 5 novembre dello scorso anno. La partita di esordio per gli azzurri è sulla carta abbordabile, la neo promossa Venezia le cui ambizioni sono quelle di una dignitosa permanenza nella massima serie. Il precampionato del Napoli, svoltosi con buoni risultati e senza particolari clamori, ha consentito al neo allenatore Luciano Spalletti di conoscere e valorizzarne tutta la rosa ma ha anche registrato i primi seri infortuni (Mertens, Lozano e Demme in particolare).Il Napoli gioca con un 4-3-3 tridente Politano-Osimhen-Insigne in attacco e in regia Lobotka, affiancato da Fabian Ruiz e Zielinski mentre davanti al portiere Meret (che nelle nuove gerarchie sembrerebbe preferito ad Ospina) c’è la coppia Manolas-Koulibaly con Di Lorenzo e Mario Rui terzini.La prima parte della partita vede la supremazia tecnica ed agonistica del Napoli, con l’attaccante nigeriano che crea e fallisce diverse occasioni ma si fa espellere con un cartellino rosso diretto al 23′, per un’ evitabile smanacciata al volto del difensore che lo stava francobollando. La punta del Napoli non è nuova a queste effervescenze che lo portano a strafare e c’è da augurarsi che non commetta più queste ingenuità che costringono la squadra a frequenti straordinari imprevisti. A complicare le cose ci si mette anche l’infortunio al raffinato centrocampista polacco Zielinski, sostituito dal macedone Eljif Elmas, sino ad ora non esploso sotto il Vesuvio.La partita rimane molto nervosa, ma il Napoli dimostra già la mano del nuovo allenatore e non si fa prendere dallo sconforto. Reattivamente fa di necessità virtù ed inizia a tessere un gioco essenziale (in 10 contro 11 difficile fare meglio) ma efficace nel rendere le ripartenze veneziane poco incisive.Ed è da due trame avvolgenti che portano fin dentro l’area avversaria le azioni azzurre, che maturano due falli di mano fotocopia dei difensori. Il rigorista è il campione d’Europa Insigne che dovrebbe deliziare la platea con uno dei suoi colpi di biliardo ma invece manda inspiegabilmente alle stelle. Al secondo tentativo, per il penalty concesso al 62′, lo scugnizzo dimostra il suo carattere e di meritare la fascia di capitano andando di nuovo sul dischetto e realizzando con sicurezza. Con l’ingresso di Lozano al posto del solito gladiatore Politano, davvero convincente la sua prova, il Napoli acquista dinamismo ed è proprio da una verticalizzazione iniziata dal Chucky e finalizzata con eleganza da Elmas che il risultato di 2-0 va in cassaforte. Poche ed evanascenti le azioni veneziane, tranne il bel palo di Forte sul traversone-assit di Johnsen.Il Napoli inizia bene e il sodalizio con Spalletti dimostra segnali di intesa confortanti, all’insegna della motivazione/determinazione o, come parafrasa lo stesso allenatore, della “cazzimma” partenopea.Leonardo Ragozzino